A SPASSO CON MILLA – Alla scoperta degli Archeosauri di Zone
Ciao! Oggi ti porto sui monti del lago d’Iseo, vicinissimi alla nostra Franciacorta.
Insieme scopriremo i luoghi dove vivevano, migliaia di anni fa, grandi rettili: alcuni ancora non noti alla scienza. Sono i cosiddetti “archeosauri” (o arcosauri), ovvero tra i primi animali, per lo più carnivori, che hanno popolato il l’area dove oggi noi viviamo (che all’epoca era molto diversa).
Sapevi che dove oggi vi sono boschi e rocce, nel paese che tutti conoscono per le “fate” o piramidi di Zone, (ti parlo di 220milioni di anni fa) c’era una pianura fangosa che sfociava in un mare tropicale? Come doveva essere diversa, allora, la nostra terra. Ma sai, penso che sebbene diversa, fosse comunque meravigliosa, proprio come lo è oggi.
Andiamo, dunque, dove un tempo camminavano animali ormai estinti, che qualcuno, nell’immaginario collettivo ricorda come mostri o come dei draghi, ma che altri non erano che i primi abitanti del nostro pianeta. Alcuni di loro erano davvero grandi, dato che la forma e la dimensione delle loro impronte lascia pensare che fossero lunghi più di cinque metri.
La scoperta “ufficiale” è stata fatta molti anni fa e segnalata nel 2002-2003 dall’insegnante Pierino Barone di Maroni allo studioso zonese Stefano Zatti, che nel 2004 ha citate le misteriose impronte di via Valurbes nell’indimenticabile e indispensabile dizionario Zonese – Italiano. In realtà questi segni impressi nelle rocce si conoscevano da molto tempo e da tempi immemori si parlava, appunto, della presenza di misteriose creature, talvolta al confine con il mito.
Secondo quanto ho ricostruito grazie all’escursione fatta in zona, alla cartellonistica e ai documenti trovati in rete (ma io non sono una archeologa o paleontologa, bensì sono una semplice appassionata della mia terra e quindi in caso voleste approfondimenti rivolgetevi a studiosi specializzati nel settore) nel 2008 Federico Vezzoli, appassionato di geologia ha riconosciuto delle orme fossili nella zona di via Valurbes, a nord dell’abitato di Zone.
Presto si è mosso l’interesse dei paleontologi, che hanno riconosciuto almeno 70 orme di dinosauro allineate a formare almeno cinque successioni si passi, che gli esperti definiscono “piste”. Esse attraversano in varie direzioni due strati di rocce quasi verticali su una superficie di quasi 50 metri quadrati, che riconoscerai sia grazie alle segnalazioni, sia grazie alle riproduzioni degli animali che qui vivevano, cacciavano e si nutrivano in tempi remotissimi.
Pensa che quelle di Zone sono le prime impronte di rettili risalenti all’inizio dell’era dei dinosauri trovate in Lombardia, sono tra le più grandi e meglio conservate in Italia e alcune di loro hanno una forma unica, tanto da far pensare che appartenessero a animali mai catalogatati.
Nel nuovo sito paleontologico di Zone attualmente affiorano almeno 70 orme. Quasi tutte sono allineate una davanti all’altra a formare almeno5 successioni di passi, che i paleontologi definiscono “piste”. Queste attraversano in varie direzioni due strati di roccia quasi verticali, su una superficie complessiva di circa 50 metri quadrati.
“220 milioni di anni fa questi strati erano parte di una vasta pianura fangosa solcata da fiumi che sfociavano in un basso mare tropicale. Circa 15 milioni di anni fa quando le Alpi cominciarono a corrugarsi, gli antichi depositi ormai divenuti roccia furono sollevati e disposti in modo verticale così come li vediamo oggi – si legge sui cartelloni che illustrano l’area archeologica -Le piste meglio conservate si vedono sullo strato più giovane, che affiora nella porzione destra della parete. Le due piste più grandi sono impresse nello strato sottostante e si interrompono sulla sinistra in corrispondenza di una rottura nella parete. Tutte le orme sono riferibili ad animali quadrupedi, plantigradi o semi-plantigradi, lunghi dai 2 ai 6 metri. Le orme ci dicono che questi animali avevano una camminata molto stretta e piuttosto lineare, il che indica una struttura corporea con arti posizionati verticalmente sotto il corpo. Le zampe anteriori erano più piccole delle posteriori e le mani poggiavano a terra con una caratteristica rotazione rispetto ai piedi. Nelle orme meglio conservate, inoltre, si possono contare ben 5 dita sia nelle mani che nei piedi osservare le impronte di altrettanti artigli, nonché delineare grossomodo i polpastrelli e i talloni”.
Ti consiglio di fare una passeggiata nella zona, che è davvero amena, ricca di boschi e ruscelli e che ti consentirà di fare un salto in un lontanissimo passato, anche grazie agli allestimenti realizzati in loco, dove sembra davvero di vedere gli “archeosauri” camminare sulle rocce. Quando ci sono stata la prima volta con lo storico Stefano Zatti (erano tanti anni fa) lui mi ha fatto vedere quelle che potrebbero essere le onde lasciate dal mare tropicale nella sabbia e nel fango, poi diventate pietra. E sempre lui mi ha mostrato le orme degli animali del passato. Fu una emozione grandissima, che oggi voglio condividere con te.
Per farti e farci rivivere quelle sensazioni a Zone ogni anno (Pandemia permettendo) in estate è organizzato un laser show che proietta immagini nella valle dove si trovano le piramidi di roccia (all’inizio del paese, in questo caso), osservabili anche dall’alto e quindi con comodità. L’ultima edizione messa in scena, nel 2019, è stata dedicata agli “archeosauri”. Io sono rimasta a bocca aperta. Bellissimo. Grande idea quella degli organizzatori di Zone on!
Come arrivare
Il bivio per Zone si trova a Marone lungo la statale 510, tra Sulzano e Pisogne, a 7 km da Sulzano e 10 km da Pisogne. imboccato il bivio si prosegue per 6,5 km, raggiungendo l’abitato di Zone. Per raggiungere l’area archeologica si deve posteggiare al cimitero e seguire la strada che a un certo punto diventa acciottolata. È abbastanza impervia quindi mettiti un paio di scarpe adatte a camminare in montagna. Dovrai salire fino a circa 800 metri di altezza e camminare una buona mezz’ora a passo lento.
Dedico questo post al caro amico Stefano Zatti, che oggi ci guarda dalle stelle e che tanto su Zone mi ha insegnato. Il tuo sapere e il tuo grande cuore mancano molto, Stefano.
Grazie a Lenni per la consulenza logistica.