STORIE DAL MONDO – Arianna, passione italiana in Danimarca
Quando contattiamo Arianna, studentessa ventiquattrenne di Passirano (ci tiene a far sapere che viene dalla frazione di Monterotondo – ndr) ci risponde dalla sua stanza, una luminosa camera nella zona nord della città di Aarhus, Danimarca. Anche nel Nord Europa la minaccia della pandemia ha chiuso nelle case tanta gente e non fanno eccezioni gli universitari. Ma dopo sei mesi di vita danese, Arianna può tracciare un primo bilancio della sua esperienza all’estero.
“Ciao Arianna, sappiamo che sei in Danimarca per studio. A quale corso sei iscritta? “
A: Sì mi sono trasferita ad Agosto 2020 per seguire un Master in “Intercultural Studies” (=studi interculturali) presso la Aarhus Universitet, affiancato da un lavoro come cameriera in un ristorante della città. Ho scelto questo istituito perchè è uno dei più importanti in Europa, essere ammessa è stata per me una grandissima soddisfazione ed occasione per il futuro.
“Sicuramente avrai provato tante emozioni in questi primi 6 mesi! Qual è stato il tuo ricordo più significativo? “
A: La mia esperienza all’estero è iniziata l’8 agosto 2020, di quel momento ricordo la paura e l’entusiasmo che mi ha portata a compiere quel passo. Ricordo l’ammirazione con cui guardavo la città e la soddisfazione verso me stessa per essere riuscita a realizzare il mio sogno, nonostante la pandemia si fosse messa di mezzo.
“Sei riuscita ad ambientarti velocemente in una nuova città? “
A: Lo scorso anno ho compiuto un viaggio in solitaria, ho vissuto un mese in Thailandia in un villaggio vicino alla città di Chiang Mai. Qui ho svolto lavori di volontariato inerenti alla permacultura, alla lavorazione del legno e del bamboo, al fine di aiutare il villaggio a raggiungere una maggiore autosufficienza. Durante questo periodo, io e gli altri volontari, abbiamo vissuto del nostro lavoro nei campi, dei prodotti che la terra poteva offrirci e dei piccoli lavori quotidiani.
Un’esperienza spirituale ma anche molto edificante che mi ha fortificato e permesso di essere pronta a cogliere le opportunità che Aarhus mi ha voluto dare. E’ una cittadina giovane, abitata da molti universitari provenienti da tutto il mondo, perciò la mentalità è molto aperta e solidale. In pochissimo tempo ho trovato lavoro e sono riuscita a costruirmi una rete sociale ricca di relazioni.
Arianna con un gruppo di studentesse provenienti da tutto il mondo Le amiche del cuore
“Quali sono i tuoi progetti futuri?”
A: Il mio progetto futuro è quello di lavorare a contatto con organizzazioni internazionali che hanno come obiettivo l’attenuazione dei conflitti e delle ingiustizie sociali ed ambientali. Non so ancora dove questo mio sogno mi porterà, magari di nuovo in Franciacorta o, magari, ancora qui in Danimarca.
“Come è la vita di un franciacortino all’estero? Quali sono le principali differenze con l’Italia?”
La vita di un “franciacortino” all’estero è parecchio diversa rispetto a quello a cui siamo abituati, ovviamente dipende dal luogo in cui si immigra. Inizialmente la diversità è evidente, ma non ho mai trovato un atteggiamento ostile nei miei confronti, i danesi si sono sempre mostrati disponibili ed aperti al dialogo, anche se questo significa dover utilizzare l’inglese come veicolo, lingua che utilizzano senza alcun problema.
Paragonando la città di Aarhus all’Italia trovo punti in comune e non. Anche qui, ad esempio, la natura è parte integrante della città, il mare, le foreste ed i laghi fanno da sfondo alla quotidianità. Le principali differenze sono il cibo e la varietà degli alimenti, più ampia e regionale in Italia; il clima è senz’altro diverso, molto più freddo e ventoso qui; il rapporto con i professori universitari è informale ed il metodo di studio è focalizzato sulla pratica, l’obiettivo è portarti a creare un tuo pensiero personale, anziché soffermarti sulla sola teoria.
La Danimarca ha un alto numero di giovani ed Aarhus, in particolare, è la città più giovane della Danimarca, questo influisce molto sullo stile di vita e sulla direzione che la società danese sta prendendo. Al contrario dell’Italia in cui i giovani sono una piccola fetta della popolazione ed hanno sempre meno voce in capitolo.
“Raccontaci qualche curiosità su Aarhus e la Danimarca!”
La Danimarca, come molti probabilmente già sanno, è stata ripetutamente eletta nazione più felice del mondo per via dello stile di vita e per le ridotte ore di lavoro che permettono ai suoi abitanti di dedicare maggior tempo alla famiglia e alle passioni personali. In Danimarca le candele ed un’atmosfera accogliente sono alla base della cultura nazionale, facendo da sfondo all’‘hygge’, un vero e proprio modo di vivere che dà priorità alle luci calde, ai fiori, ad un picnic nel parco d’estate, al calore e all’intimità. Inoltre, gli abitanti sono molto patriottici e quando viene festeggiato un compleanno è buona abitudine inondare la torta con bandiere danesi. Quando qualcuno compie 25 anni e non è ancora sposato, è tradizione che venga ricoperto di cannella in polvere dagli amici, ma se arrivi ai 30, ed ancora niente matrimonio, ti aspetta il pepe. Per ultimo, ma non meno importante visto quanto io ami la montagna, il punto più alto della Danimarca è alto soli 170 metri!
Una delle cose che più mi ha colpito di Aarhus è che ha una campana che viene suonata ogni volta in cui un bambino nasce, un segno di vita e speranza. Il museo più famoso della città, l’Aros Museum di arte moderna, è composto da un meraviglioso arcobaleno che guarda sulla città. Un arcobaleno che, con i suoi colori, è parecchio utile visto che quest’anno Aarhus ha assistito al dicembre più buio degli ultimi 60 anni, con una sola ora di sole in tutto il mese.
“Ripensando alla Franciacorta, quale luogo ti è rimasto nel cuore?”
Il mio meraviglioso paesino, Monterotondo, ed i suoi boschi. È un luogo che mai potrò dimenticare perché porta una vera magia con sé, insieme ai tramonti d’estate sul lago d’Iseo.
“E se potessi portare qualcosa dall’estero in Franciacorta, cosa porteresti?”
Porterei un maggiore rispetto per il nostro pianeta e per le infrastrutture che ci circondano, una maggiore consapevolezza di cosa significhi vivere in una comunità. Porterei la cultura per l’utilizzo della bici, mezzo di trasporto maggiormente utilizzato e che sono certa sapremmo sfruttare a pieno anche in Franciacorta.
E come darle torto? Buona vita Arianna e grazie per la tua testimonianza!