STORIE DAL MONDO – Cristiano Delbono, da Londra a Chambéry con un progetto mai abbandonato
Cristiano Delbono lascia la Franciacorta per la prima volta nel 2013 quando coglie al volo una proposta lavorativa che gli giunge direttamente da Londra. E così per il cuoco di Monticelli Brusati comincia il primo passo verso il mondo esterno che aveva sempre sognato ma che ancora non aveva vissuto.
Dopo tre anni a Londra, nei quali incontra anche la sua attuale compagna, torna in Italia dove lei partorisce e resta nella sua terra fino al 2018 quando, alla soglia dei 29 anni, parte per la Francia.
Oggi si pente solo di non essere partito prima, e coltiva ancora quel grande progetto che aveva quando è partito. Quel ristorante che, nei suoi pensieri…
Sappiamo che hai lasciato la Franciacorta, per trasferirti all’estero; da dove sei partito, e qual è stata la tua destinazione?
La prima volta che ho lasciato Monticelli è stato a febbraio del 2013, quando sono partito per Londra. Sono poi rientrato a gennaio del 2016, e a giugno del 2018 sono ripartito; la nuova destinazione era Chambéry, in Francia, terra natale della mia compagna, dove mi trovo ancora oggi.
A che età hai deciso di partire, e cosa ti ha spinto a prendere questa decisione?
Se parliamo del primo viaggio, quello a Londra, avevo 24 anni. Sono partito perché facendo il cuoco da quando ho 13 anni, ho colto al volo un’occasione che mi si è presentata. Già io avevo il desiderio di vedere il mondo della cucina fuori dai nostri confini e quando questo mio amico, che si trovava già a Londra per lavoro, mi ha chiamato dicendomi che cercavano un cuoco, sono partito senza pensarci due volte.
Sicuramente in questo periodo lontano da casa avrai provato tante emozioni! Qual è stato il tuo ricordo più significativo di questa avventura?
Il mio più bel ricordo di Londra sono tutte le persone che ho conosciuto; persone provenienti da tutto il mondo e che, in generale, mi hanno insegnato tante cose che non sapevo!!
Sei riuscito ad ambientarti velocemente in questa nuova realtà?
Quando nel luogo che ti accoglie hai degli amici che ti aspettano a braccia aperte, ambientarsi non è mai difficile. Anzi, la loro presenza di addolcisce l’arrivo in un mondo diverso dal tuo.
Di cosa ti occupavi in Italia prima di partire, e di cosa ti occupi oggi?
Sempre e solo il cuoco. Lo facevo in Italia prima di partire, l’ho fatto a Londra, e lo sono anche oggi qui in Francia.
Quali progetti avevi quando sei partito, e quali sono i tuoi progetti futuri?
Pensavo in grande. Il mio progetto era quello di viaggiare, cucinare e, un giorno riuscire ad aprire un ristorante con orto e frutteto, utilizzando il più possibile prodotti naturali, stagionali e soprattutto locali. Era, ed è ancora oggi, il mio progetto.
Dopo Londra, la Francia. Qual è il rapporto degli inglesi e dei francesci con la cucina italiana?
Il rapporto degli inglesi con la cucina italiana è fantastico, proprio perché la amano. Invece, per quanto riguarda in Francia, dipende dalle persone, visto che anche qui la cucina è molto importante ed elaborata. Ma comunque sia, a chiunque piace almeno un piatto o un cibo o una ricetta italiana.
In questa tua esperienza all’estero, hai mai proposto piatti tipici della franciacorta?
Si qui in Francia provo a proporre alcuni piatti italiani e anche franciacortini.
Qual è, invece, il piatto che ti trovi a preparare più spesso o che in Francia è richiesto con maggior frequenza? Ce lo puoi descrivere?
Per quanto riguarda il piatto che mi trovo a preparare di più, visto che qui non hanno molto la cultura del primo, è il risotto. So che sembra strano, considerando l’uso che ne facciamo noi, ma qui il risotto non c’è; riso come contorno, insalate di riso o riso saltato in padella, si. Ma il risotto, come sappiamo farlo noi, quello no!
Come è la vita di un franciacortino all’estero? Quali sono le principali differenze con l’Italia?
Le principali differenze con l’Italia? Tutto!! Il cibo, la politica, la gente, le abitudini…
Raccontaci qualche curiosità sul luogo dove sei stato!
Qualche curiosità come il fatto che a Londra non c’è un orario per mangiare, va bene qualsiasi momento del giorno. E poi lì sembra che la settimana non esista, ogni giorno sembra week end. In Francia il fatto che, dove mi trovo adesso, hanno un’architettura molto simile alla nostra.
Sempre parlando di curiosità, all’inizio di questa intervista ci hai accennato alla nazionalità della tua compagna. Possiamo quindi dire che oltre alle soddisfazioni lavorative, all’estero hai anche trovato l’amore?
Direi proprio di si. Ho incontrato quella che è la mia attuale compagna, nonché mamma di nostra figlia, a Londra. Ma il fatto curioso, riguarda la nostra bambina, che così giovane ha già vissuto in tre stati diversi; concepita a Londra, nata in Italia, ed oggi, ovviamente, si trova in Francia.
La Francia e il lavoro. Com’è la situazione lavorativa a Chambéry, e come viene accolto uno “straniero” in cerca di lavoro?
Devo dire che non ho mai avuto problemi con il lavoro, e neanche a cercarlo. Questo perché, comunque, essere un cuoco italiano vuol dire partire leggermente avvantaggiati rispetto al resto dei candidati.
Come impiega il suo tempo libero un franciacortino a Chambéry?
Il mio tempo libero lo passo in montagna, visto che qui siamo proprio in mezzo alle montagne: bici, camminate, oppure frequentando colleghi ed amici. E nel weekend, aperitivi e cene.
Ripensando alla Franciacorta, quale luogo ti è rimasto nel cuore?
La Franciacorta è tutta nel mio cuore, ma in modo particolare amo la mia Monticelli.
Parlando dei luoghi del cuore, è normale pensare alla casa in cui si è cresciuti. Come hai comunicato ai tuoi genitori la tua scelta di partire, e qual è stata la loro reazione?
Hai miei genitori lo detto una sera a cena ed erano contenti ma allo stesso tempo un po’ stressati. All’inizio mi chiamavano tre volte al giorno e poi si sono abituati.
Quali sono i tuoi rapporti con la Franciacorta, e ogni quanto torni?
Come dicevo amo l’Italia e la franciacorta, torno una volta all’anno perché poi siamo sempre alla ricerca di una nuova destinazione visto che grazie a Londra ho scoperto che il mondo è veramente grande è diverso.
E se potessi portare qualcosa di Londra, e di Chambéry, in Franciacorta, cosa porteresti?
Allora da Londra porterei le persone, provenienti da tutto il mondo, e da Chambéry la fondute al formaggio, e la passione che hanno per la natura!!
E tornando in Francia, cosa porteresti della Franciacorta?
La pandemia è stato un disastro, tenete conto che abbiamo aperto bar e ristoranti in terrazza solo ieri dopo 6 mesi di stop!!
Parlando sempre di questa tua esperienza all’estero, non hai mai avuto paura di fallire e dover rientrare in Italia?
Onestamente no non ho mai avuto paura di fallire e soprattutto di rientrare, in caso di fallimento avrei comunque scelto altre destinazioni!
Quali effetti ha avuto questa pandemia sulla tua attività?
La pandemia, dal punto di vista lavorativo, è stata un disastro. Dopo sei lunghi mesi di stop, finalmente, ricorderemo il 19 maggio come il giorno della riapertura. Adesso bar e ristoranti possono lavorare se hanno spazi all’aperto.
E riguardando questo tuo percorso, oggi percorreresti la stessa strada oppure faresti di tutto per rimanere in Italia?
Rifarei tutto quello che ho fatto, ed esattamente nello stesso modo! Ma con una sola differenza; partirei molto prima!