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Un'ombra misteriosa... e la solitudine diventa una forma di autodifesa

Un’ombra misteriosa… e la solitudine diventa una forma di autodifesa

Non c’è due, senza tre… E così all’inizio di questo 2024 la scrittrice colognese Anna Ghilardi ha dato alla luce il suo terzo romanzo. Dopo “Scelte di vita” (2020) e “Il nastro delle margherite” (2022), è arrivato “Un’ombra minacciosa” che, come i due titoli che lo hanno preceduto, ha già riscosso un grande successo sia di pubblico che di critica.

Senza entrare troppo nel dettaglio, abbiamo posto alcune domande all’autrice per provare a cogliere l’essenza di questa sua ultima fatica letteraria.

01. Da “Il nastro delle margherite”  a “Un’ombra minacciosa”... per quanto distanti in modi e tempi, i titoli dei due romanzi sembrano essere collegati da quella linea sottile che è la solitudine. E’ una scelta voluta oppure si tratta solo di una casualità?
.: In entrambi i romanzi si accenna alla solitudine, ma in maniera diversa. Il Nastro delle margherite è una storia sulla solitudine degli anziani e di come le famiglie si trovano ad affrontare il problema di gestirli quando non sono più autonomi, in Un’ombra minacciosa il protagonista passa il tempo libero in solitudine per scelta; una scelta dettata da avvenimenti successi in passato e che lo hanno segnato. Nel primo caso quindi è una solitudine forzata, mentre nel secondo è più una misura di autodifesa. Una casualità quindi, scaturita dal corso dei racconti e da cause diverse. 


02. Innanzitutto, partiamo dalla location; nel secondo romanzo la Franciacorta, in quest’ultimo la Valsassina. Due terre che si affacciano su due laghi; dal Lago d’Iseo, dolce e selvaggio, ai monti di manzoniana memoria che scrutano da lontano i due rami del Lago di Como. A cosa è dovuta la scelta?
.: La Franciacorta è al centro della seconda fatica letteraria, mentre in questo romanzo passiamo alla Valsassina. Ho scelto questo luogo in quanto vi trascorsi un paio di giorni e mi ispirò molto questo paesello tra i monti, tanto da decidere di usarlo come ambientazione per il mio nuovo libro. Tutti i posti citati in Un’ombra minacciosa sono dunque luoghi da me visitati e fotografati, come ad esempio il campanile, la fontanella col ruscello, la terrazza, ecc…

03. Lontane tra loro, anche le età dei protagonisti. Nel primo romanzo gli anziani, in questo i giovani. Musicalmente parlando potremmo descrivere il passaggio generazionale tra i due romanzi attreverso il testo di “I Vecchi” di Baglioni («I vecchi soli come i pali della luce, e dover vivere fino alla morte che fatica»)… un momento che i protagonisti del primo racconto si trovano a vivere, a quello che i giovani vorrebbero invece evitare.
.: In entrambe le storie la solitudine fa parte della vita dei personaggi, seppur in modo differente. Ne “Il nastro delle margherite” nonna Minù sta vivendo quel periodo in cui le coppie di una certa età si trovano quando uno dei due coniugi viene a mancare. Apatia, isolamento, disinteresse verso ogni cosa colpiscono la donna, la quale prosegue l’esistenza quasi forzatamente, aspettando la fine dei giorni come se fosse l’ultima tappa rimasta.
Ne “Un’ombra minacciosa” invece, Evaristo è egli stesso a scegliere l’isolamento come riparo dal mondo esterno; prosegue col proprio lavoro, frequenta quindi colleghi ed esce di casa, ma la sua salvezza sono le serate passate davanti alla tivù riempiendosi di cibi non del tutto sani, ma che per lui sono uno sfogo per scaricare paure e ansie quotidiane, scaturite da eventi passati.
Se nonna Minù non potrà fermare il corso della propria situazione data dalla demenza e dalla vecchiaia, Evaristo avrà invece l’occasione per uscire da quella situazione di stallo. Un’opportunità data dalla giovinezza che nonna Minù ha superato, andando incontro a un finale differente rispetto a quello del ragazzo, ancora nel fiore degli anni e con tutte le forze per reagire e sconfiggere le proprie debolezze.

04. Lei, tra i vari canali per promuovere il suo libro, utilizza anche i social. Quanto pensa che la tecnologia possa rafforzare quel senso di solitudine dei giovani d’oggi e, al contrario, alleviarne il peso in chi ha vissuto la sua vita ed oggi suo malgrado si trova ad essere solo?
.: I social possono essere un aiuto per riempire i vuoti della giornata, ma una volta spenti, il vuoto resta. Consiglierei piuttosto due passi all’aria aperta, o un caffè al bar, anche in solitudine, ma che potrebbero portare a incontri e scambi di opinioni con qualcuno. I social possono essere utili per vari motivi, ma non ne sono molto amante, credo che la compagnia vera sarebbe da cercare fuori dagli schermi.

05. Sempre parlando di tecnologia, l’ombra che perseguita i due ragazzi può essere figlia di questo tempo e dei social che portano qualcuno a vivere una “quotidiana monotonia” e qualcun altro a difendersi da un “amore virtuale trasformatosi in orco persecutore”?
.: In “Un’ombra minacciosa” le ombre, cioè i pesi, le paure che i ragazzi si portano appresso sono causate da eventi accaduti, cose che essi stessi hanno vissuto. Rachele è perseguitata da colui che diceva di amarla, mentre Evaristo ha vissuto da bambino dei traumi che ne hanno influenzato la vita e ne hanno modificato il percorso.

06. Alla fine del romanzo, Evaristo e Rachele riescono a trasformare questa “ombra minacciosa” in “nuova luce”; senza svelarne il segreto, la chiusura di questo romanzo è già uno spoiler sulla traccia del prossimo lavoro?
.: No, la chiusura non riguarda un prossimo lavoro, ma fa capire come una persona vicina ci possa aiutare a risollevarci, anche inconsapevolmente, riuscendo a sconfiggere le ombre che ci perseguitano. La nuova luce sarà la ripartenza per i due protagonisti, una nuova vita, lasciandosi alle spalle le loro ombre minacciose. Al termine della storia è presente una poesia che riassume e rispecchia il tema del romanzo : l’ombra che ci travolge,  ci piega, ci annienta; sai che devi rialzarti per sconfiggerla e continuare a vivere senza di lei.

Dopo queste poche domande all’autrice, non ci resta che prendere in mano una copia di “Un’ombra minacciosa” e, pagina dopo pagina, capirne la pericolosità ma allo stesso tempo, insieme ai protagonisti del romanzo, capire come questa ombra possa diventare la luce che illumina il nostro cammino.